L’isola di Hailuoto: l’arrivo del viaggiatore e la partenza del muschio
Per il viaggiatore che vuole arrivare sull’isola di Hailuoto nel Golfo di Botnia, nella regione dell’Ostrobotnia settentrionale, ci sono due modi per attraversare il mare. Nella stagione calda, un piccolo traghetto carica poche vetture alla volta, dondolando dalla costa al porto dell’isola, e nei due attracchi c’è sempre qualche uomo in fila ad attendere di poter passare quello stretto di mare. Quando l’inverno è più freddo e tutte le acque gelano per un gran tratto, se il ghiaccio di superficie è abbastanza spesso, viene allora disegnata una strada sul mare ghiacciato e i viaggiatori possono arrivare all’isola passando quel ponte che tornerà acqua nel giro di una stagione.
La scena appena descritta, vista in modo un po’ sfumato, quasi attraverso la nebbia dei mari del nord, sembra uscir fuori da uno dei resoconti geografici che Marco Polo riporta al Gran Kan tra le pagine di quel testo meraviglioso che è Le città invisibili di Italo Calvino.
Ma l’isola di Hailuoto non è una fantasia, non è un ultima Thule. Parliamo di una piccola isola finlandese nel Golfo di Botnia, lo stretto braccio di mare tra le rive della Svezia e quelle della Finlandia.
Un’isola di uccelli e di pescatori
Sull’isola, che ha iniziato ad innalzarsi dal mare circa duemila anni fa e che continua a crescere lentamente, vivono poco più di mille persone, con le abitazioni raccolte in piccoli gruppi di case. Su tutto il resto dell’isola si stende la foresta, attraversata da qualche strada. L’isola infatti è un vero paradiso naturale e viene scelta sempre più spesso come meta dagli amanti del birdwatching e della pesca.
Nel cuore dell’isola è stato costruito un sistema di piccoli ricoveri in legno con la funzione di punti di osservazione per gli uccelli ed il resto della fauna locale. Sulle coste, invece, si possono visitare i villaggi dei pescatori. In particolare a Marjaniemi, nel punto più occidentale dell’isola, tante casette in legno verniciate di rosso, dal tetto nero ed un unico comignolo bruno, se ne stanno affacciate sul porto da cui partono e tornano le barche da pesca che da centinaia di anni scaricano all’attracco casse di aringhe, coregoni e salmoni.
Poco distante spicca un alto faro bianco costruito nel 1871 per guidare nei momenti di nebbia la rotta dei marinai e tutt’ora in funzione. Chi è stato sull’isola parla di un gran vento profumato di sale, che fa girare di continuo le pale eoliche installate sulle coste per rifornire di energia elettrica gli abitanti.
Il muschio stabilizzato: trasportare il carattere dell’isola
C’è anche, sull’isola di Hailuoto, chi si occupa di raccogliere e lavorare un materiale molto particolare: il muschio di renna. Questo è il nome comune, utilizzato localmente, per indicare la Cladonia Stellaris, che è la specie di lichene più ricercata al livello commerciale. Questo muschio cresce formando grandi stuoie sul terreno delle regioni boreali e artiche, intorno al nord circumpolare.
Polarmoss è un’azienda attiva da circa trentacinque anni nel settore del muschio, ha la propria base sull’isola di Hailuoto dove svolge la raccolta in modo manuale e totalmente sostenibile. Non si utilizzano mezzi meccanici per non rovinare il terreno e non si raccoglie due volte nella stessa area se non dopo un periodo che può andare dai cinque ai dieci anni, in base alle caratteristiche del suolo, per permettere all’ecosistema di rinnovare ciclicamente il proprio equilibrio.
Una volta raccolto, il muschio viene stabilizzato e colorato, in modo da mantenere intatte tutte le proprie qualità. Il muschio stabilizzato viene impiegato, nel design per interni, soprattutto per la realizzazione di grandi pareti o, altre volte, di quadri e pannelli da appendere.
Nel nostro Groworking, accanto alle scrivanie e agli ambienti di lavoro, ci sono diverse pareti fatte a mano con questo muschio. Così, per chi si ferma un attimo ad ammirarle o per chi ci passa la mano nel gesto di una carezza, per il viaggiatore tornato dall’isola del nord e per il viaggiatore che deve ancora partire, queste pareti conservano un po’ del vento e della natura dell’isola di Hailuoto.
di Gabriele Lattanzi